sabato 29 agosto 2015

difendiamo lo Stato sociale, un patrimonio da difendere.

 
La Costituzione ha voluto disegnare uno Stato sociale.
Uno Stato in cui il lavoro fosse il primo dei diritti, addirittura il fondamento della Repubblica.
Questa Costituzione è stata scritta con il sangue di tanti martiri che sono morti per la nostra libertà.
Secondo alcuni studiosi, la Costituzione indica la via per la costruzione di un Stato socialista democratico. Lo Stato sociale è un patrimonio che dobbiamo lasciare ai nostri figli e nipoti.
Da almeno un ventennio, è in atto un lento e progressivo attacco allo Stato sociale. Si vuole passare da uno Stato sociale ad un sistema liberistico, che pone al centro non più l’uomo ma il profitto e l’impresa.
Il lavoro cessa di essere un diritto diventando una  merce, merce che come tale può essere trattata. Questo è il punto da non sottovalutare: Se il lavoro perde la sua essenza di diritto, diventando una “merce” la libertà di licenziare diventa inevitabile;e inevitabile la perdita degli altri diritti.
Al liberismo diversi principi costituzionali vanno stretti.
La modifica dell’art.18 è un chiaro segnale: Il lavoro è trattato come merce.
Anche in presenza di un licenziamento illegittimo, non c’è più obbligo di reintegro, si versa una somma.
Una somma compensa la perdita di un diritto sancito dalla Costituzione? La risposta è si se si crede nel liberismo.
La risposta è NO se si crede nello Stato sociale.
I nostri figli e nipoti dovranno vivere in un sistema dove è facilissimo perdere il lavoro?
I nostri figli dovranno perdere tutti i diritti goduti dai loro genitori?
I nostri figli dopo una vita di lavoro dovranno accontentarsi di pensioni corrispondenti al 50% della loro retribuzione?
E’ questo il futuro che vogliamo lasciare ai nostri figli e nipoti?

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